lunedì 6 maggio 2013

Chefs contro Jet chefs, si affilano i coltelli in nome dell'arte della cucina e della cultura del territorio

Il settore della ristorazione d'oggi è ben lontano dall'immagine veicolata dalle trasmissioni televisive come la Prova del Cuoco o Masterchef dove i chef si sfidano a colpi di padella, il 2013 secondo gli istituti di ricerca sarà l'anno in cui i luoghi di ristorazione veloce (fast food, snack, self service) supereranno i ristoranti classici con servizio.

Viviamo già all'interno di un panorama economico non molto favorevole, tra le spese tagliate dalle famiglie ci sono le uscite al ristorante, a disincentivare le uscite al ristorante si sono aggiunti gli scandali alimentari che non predispongono positivamente i consumatori, tante che anche in questo settore si prevedono chiusure d'attività.

A questo bisogna aggiungere anche un peggioramento della qualità in generale, per uso sempre più frequente di piatti precotti d'origine industriale che facilitano la gestione del ristorante e limitano il lavoro in cucina, non mi riferisco solo alle salse pronte o ai dessert, oggi l'industria alimentare serve i ristoranti per tutto fornendo perfino i prodotti finiti porzionati sotto vuoto, il lavoro dei cuochi si limita a  scaldare e "rifinire il piatto".

Voglio parlavi di due iniziative che vanno controcorrente ma che reputo interessanti che ho visto recentemente passando a Parigi per trovare mio fratello (colpa mia se mio fratello è andato a vivere lì?), perchè spero che altri paesi seguano l'esempio delle iniziativa.

Ristorazione di qualità, trasformazione degli ingredienti in cucina del ristorante
Contro il dilagare dei piatti già pronti industriali per la ristorazione qualcuno ha voluto lanciare un grido l'allarme lo fa Alain Ducasse con il College Culinarie de France, che ha lanciato un marchio di "Ristorazione di Qualità" per distinguere i chefs che trasformano dall'ingredienti al piatto in tutto il ciclo completo dai jet chefs che invece scaldano e impiattano, tenete presenti che su 4 ristoranti 3 utilizzano prodotti industriali, solo il 25-30% percento dei ristoranti parte del prodotto fresco.

Ho trovato l'iniziativa interessante che spero abbia un seguito perchè spesso mi sono ritrovato in ristoranti anche di un certo prestigio con il risotto porzionato "scaldato" al micronde, la cosa mi ha fatto molto arrabbiare specie se il piatto ti costa 20 euro!


Non si può bandire l'utilizzo di prodotti industriali in tutto nei ristoranti però ritengo che bisognerebbe fare una distinzione effetticamente tra quello che trasforma l'ingrediente a quello che invece scalda cose non sue, qualcuno potrebbe dire è il prezzo che fa la differenza, vi assicuro che non è sempre vero e il consumatore non ne è a conoscenza nella maggior parte dei casi.

L'assurdo è che siamo dei selezionatori al supermercato mentre invece basta che entriamo in un ristorante che azzeriamo tutte le nostre conoscenze consapevolmente o inconsapevolmente.


Ristorazione a Km zero, il marchio produit d'ci, cuisines ici
Un altro marchio è nato anche in questi giorni nella ristorazione per distinguere i ristoranti che scaldano da quelli che cucinano, oggi i termini provenienza e tracciabilità sono abbastanza noti ai consumatori, sulla spinta del consumo locale e del minore impatto ambientale dell'alimentazione, questa iniziativa mi fa molto simpatia, unica cosa mi chiedo se è praticabile dappertutto.

"Produit d'ci, cuisines ici" è la prima etichetta che distingue ristoranti di cucina con prodotti locali, vale a dire prodotti nella regione dell Île-de-France in questo caso. Per quanto può sembrare incredibile la regione di Parigi  ci sono quasi 5.000 aziende agricole (barbabietole, piselli, orzo, fagioli, prezzemolo, ravanelli e crescione ), 12.500 specialisti del settore della ristorazione e più di 500 PMI che producono miele, cioccolato, formaggi , sidro, olio, senape, farina e pane.


Per un ristorante fare parte di questo circuito l'impegno consiste nell'acquisto di prodotti locali in una buona percentuale e trasformarli e cucinarli presso il ristorante, queste due condizioni contribuiscono a differenziare il ristoranti  che fanno parte dell'iniziativa.


Penso per esempio alla città di Milano ma sopratutto città come Torino, Bologna, Parma, Ferrara, Roma, Firenze, Napoli, Palermo possono avere delle potenzialità incredibile nel proporre dei menu con prodotti a km zero con ricette e specialità locali. Un certo successo da alcuni anni lo hanno raccolto i cosiddetti Farmer Market, mercati del contadino, sono certo che molti consumatori sarebbero contenti di trovare dei ristoranti a Km zero.


In Cantone Ticino invece abbiamo il marchio "Nostrani del Ticino" una serie di prodotti dai pomodori, salumi e dolci fatti con prodotti locali distribuiti da Migros oppure i prodotti locali distribuiti da Manor, la testimonianza di un impegno della grande distribuzione, inoltre non è raro trovare alcuni crotti con prodotti a km zero.

Qualche anno fa le camere di commercio italiane lanciarono il programma di ristorazione tipica, peccato una maggiore lungimiranza avrebbe potuto prevedere non solo ristorazione tipica ma con prodotti locali, qualche tempo in un mio viaggio a Roma un oste romano mi confido che i carciofi alla giudia, per garantirli nel menù tutto l'anno vengono sempre di più dall'estero sopratutto Bretagna, Argentina, Egitto, Turchia.


Personalmente sono favorevole all'utilizzo non solo di prodotti locali ma di prodotti che seguono la stagionalità, ma la mia vita è costellata più di dubbi che di certezze,  ho visto chiedere al ristorante un risotto alla milanese in Sicilia e una cassata siciliana a Milano, forse la responsabilità è anche di noi consumatori che facciamo scelte poco coerenti, ma come proibire a uno di Bolzano di mangiare le sarde alla beccafico?

Ovviamente non possiamo proibirlo pur tuttavia è bene che i consumatori imparino a conoscere i prodotti locali e la loro stagionalità per fare scelte più consapevoli e se ogni tanto vorranno mangiare una fetta di pastiera napoletana o una fetta di strudel alla mele, non ci meraviglieremo più di tanto anche se siamo a Firenze.


Sintesi: la crisi nel settore della ristorazione spinge molti ristoranti all'utilizzo di prodotti industriali per cercare di risparmiare sui costi e rimanere inalterati i ricavi mentre altri a farsi promotori dell'arte della cucina come artigianalità e a difendere i prodotti locali e la cultura del territorio attraverso due nuove segmentazioni di mercato, quella del marchio dell'utilizzo di prodotti locali cucinati e quelli della ristorazione di qualità che stà per cucina, per trasformazione del prodotto, che potrebbe sembrare banale ma se io vado al ristorante mi aspetto sempre che il cuoco cucini e non scaldi qualcosa per me, perchè se devo mangiarmi un piatto industriale surgelato e poi scaldato, mangio a casa!

Ps: non ho aperto un ristorante ma per caso l'ho scoperto un giorno in auto a Sarntal, chi si chiama Alfredo ci avrà fatto l'abitudine ad avere il proprio nome sul ristorante io invece sono rimasto un po' sorpreso.

41 commenti:

  1. Ciao, penso che la cultura dell'alimentazione che si sta diffondendo sempre più, possa aiutare noi utenti ad informarci meglio e scegliere una ristorazione di qualità. Queste iniziative che descrivi vanno sicuramente in questa direzione quindi ben vengano! sonia

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  2. ben venga la cultura dell'alimentazione ....
    può tornare sempre utile a tutti..
    lia

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  3. Ben venga l'iniziativa di Ducasse anche qui in Italia! Per la cronaca sabato sera mi è capitato che mi servissero una cena in cui tutto era palesemente riscaldato, naturalmente non mi vedranno più in quel posto.

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  4. Al di fuori del contesto del post che condivido vorrei fare una personale considerazione.
    Chef....ormai si ha piena la bocca fino alla nausea li troviamo dappertutto sia sulla TV con programmi copiati da USA e che io trovo pietosi nel senso che questi poveri aspiranti indifferente quale sia il motivo che li ha spinti a provare si trovano con questi signori che se sono arrivati dove sono lo devo a quelle persone che hanno fatto da cavia sia con il gusto che con il portafoglio solo perchè qualcuno ha detto...fa tanto INNNNNN!!!! Cosa dire della moda dei cupcakes e da tutti questi emergenti chef della pasticceria che diciamolo onestamente la maggioranza mai ne aveva sentito parlare.
    Siamo in un periodo di difficoltà monetaria ove si cerca di fare la spesa in modo occulato ed ecco arrivare anche i "tutor della spesa" e sentiamo di gare contest nuove trasmissioni che paghiamo noi utenti sul mangiare ad alto livello con una ricerca di materia prima che non sta nell'orticello di casa.
    Preferisco un locale di poche pretese con cucina casalinga se proprio ho voglia di mangiare fuori che ad una cena a stelle....dove esco con la fame ed al limite non ne sono nemmeno rimasta soddisfatta.
    Personalmente con tutti questi stellati che appaiono come funghi mi sono stufata.
    Certo qualcuno leggendo dirà...che poveraccia, va bene lo stesso ma sappiamo da sempre che il ricco non diventerà mai povero mentre quest'ultimo lo sarà sempre di più.
    Grazie dell'accoglienza e se ritieni fuori OT come in effetti è non aver rimorsi elimina.
    Buona settimana.

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    1. non mi permetterei mai
      anche perchè sono d'accordo!

      c'è gente che il giorno prima pela patate il giorno dopo te li trovi in tv che pontificano sulla pasta al pomodoro, io non li guardo più mi fanno venire il nervoso.

      io ho 4 figli e devo dire che il mio mangiare fuori è solo per lavoro, se dovessi pagare io e portare tutta la famiglia siamo in otto, mi sarebbe impossibile frequentare certi ristoranti, non guadagno cosi tanto

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  5. Gunther io parlo per me: il ristorante non me lo posso permettere perchè ha prezzi troppo alti per le mie tasche di inoccupato. E non ti parlo di ristoranti stellati ma di ristoranti che definire "medi" è un complimento.
    Vado in pizzeria o in trattoria.

    Quello che ho visto è che spesso chiamiamo chef anche quelli che come me sanno solo mettere a cuocere due spaghetti in modo creativo.

    Ormai basta una domanda alla camera di commercio per avere l'insegna Ristorante, mentre i controlli dovrebbero essere rigorosi sia sulle materie prime che su tutto il resto.
    Ci vorrebbe un pò più di Total Quality Management.

    :-)

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    1. Sono uno dei pochi che si era dichiarato contrario alla liberalizzazione delle licenze commerciali ( e l'ho pagata), che ha messo sul mercato tanti sprovveduti almeno una volta per fare il ristoratori dovevi dimostrare di saperlo fare.... il business lo stanno facendo il franchising, che nel 80% dei casi sono truffe legalizzate

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  6. Mi piace l'iniziativa di Ducasse, sarebbe bello se si facesse anche in Italia!
    come vorrei che anche mio fratello si strasferisse a Parigi avrei un'ottima scusa per andare spesso in quella splendida città!
    buona giornata
    Alice

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    1. alice io da quando sta a parigi, gli voglio più bene e lo vado a trovare spesso, ovviamente mi ospita, prima o poi secondo me chiede di diventare figlio unico :-))

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  7. Le iniziative francesi sono molto interessanti. Ho solo una preoccupazione e cioè che quelle che dovrebbe essere normale, )io vado al ristorante non per mangiare piatti riscaldati al microonde e soprattutto prodotti locali), viene considerato un lusso e quindi te lo fanno pagare di più. SEcondo dovrebbe essere imposto ai ristoranti di una certa qualità, di garantire quanto da te riportato. Ciao.

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  8. I tuoi articoli sono sempre molto interessanti!:-) Sono completamente d'accordo con te e trovo che il mondo "cibo" sia diventato una bolgia in cui è difficile districarsi, dai ristoranti, ai blog alla tv. Tutto è diventato spettacolo, tutti vorrebbero la dispensa di Masterchef... tutti a cucinare asparagi a Novembre, melanzane a dicembre e dolci all'arancia ad Agosto... sono d'accordo non solo sul km 0, che io intendo anche nel senso di rapporto diretto con il produttore, ma soprattutto sulla stagionalità e su una maggiore conoscenza del territorio in cui viviamo. Offrire carciofi tutto l'anno non è serio, e non credo sia eticamente giustificabile dire che se ne ha richiesta. Si utilizza questa giustificazione per confondere gente che vuole essere confusa, che basta che mangia metterebbe di tutto sotto i denti e non si chiede nemmeno cosa sia... purtroppo... al ristoratore la scelta di avere clientela di un certo tipo e che questo non voglia per forza dire pagare una fortuna per andare a mangiare "eticamente corretto". Aggiungo che anche i "mercati contadini" spesso sono "organizzati" da persone che mettono dentro persone corrette e anche meno corrette... Insomma bisognerebbe vigilare anche su questi. Forse quelli spontanei sono meglio. Belli anche i Mercati della Terra di Slow Food. Alla prossima!

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    1. purtroppo quando l'idea diventa business anche i mercatini del contadino si trasformano in trappole

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  9. qui in Italia per il poco che ho girato (e mangiato), mi pare che una realtà legata alla stagionalità e al locale sia quella degli agriturismi. In molti ho visto personalmente raccogliere e cucinare in giornata. Certo ci sono sempre le eccezioni, eccome. Anche rispetto ai ristoranti (prezzo medio) mi sembra di notare una miglior cura e attenzione alla qualità... ma da quel che dici mi viene il dubbio che sia solo che ho finalmente imparato a scegliere il ristorante giusto!
    Terribile veramente avere un sacco di parenti in giro per le capitali europee, non so come fai! ; )

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    1. Trovare i parenti faccio come posso :-))
      iN generale c'è più attenzione e più sensibilità ad alcuni temi, scegliere il ristorante giusto a volte conta anche la fortuna

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  10. Ancora nella mia piccola realtà credo di avere la fortuna di gustare delle vere prelibatezza a Km 0 nei nostri agriturismi e trattorie,per i ristoranti non sono così certa al meno non al 100%.
    Z&C

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  11. Sinceramente non avevo idea che si fosse arrivati ai piatti già pronti sotto vuoto...che tristezza :(((

    Fortunatamente a Bologna c'è ancora la cultura culinaria delle "zdore" di casa. Ci sono ancora tantissime trattorie a gestione familiare in cui puoi direttamente andare in cucina a chiacchierare con la cuoca per chiederle consigli su come fare un buon tortellino :)
    E ci sono anche un sacco di mercatini di prodotti a km0 e di ristoranti che propongono prodotti a km0 (certificati!!)

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  12. Per tutte le motivazioni menzionate io evito, anzi sto proprio alla larga dai ristoranti! Frequento solo due, uno estivo e uno invernale dove sono assolutamente certa che i prodotti sono a Km 0. Ho mandato anche mio figlio in una scuola dove le suore cucinano ogni giorno e so dove vanno a fare la spesa. Certo se poi parto purtroppo diventa un problema.

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  13. l'ho notato per lavoro, stesso piatto stessa forma, se viaggi un po' ti rendi conto di quanti prodotti pronti ci sono nei ristoranti, saperlo è importante ben vengano marchi di qualità ma veri però

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  14. oddio hai scatenato la berva in me. Quando vai al MC donalds o altri fast food sai che mangerai troiai insomma spendi poco e godi quel che puoi. Un mese fa sono andata a Firenze e ci siamo fermati a mangiare in un ristorantino che sinceramente non era un granchè. Ammazza spaghetti aglio olio e peperoncino 8€??? penne al pomodoro e basilico 9€??? insomma quanti soldi vogliono farci questi ristoratori??? e poi che sento dire da te??? pure i piatti pronti??? allora vado al Mc almeno so cosa mangio e sono consapevole!!! Un mio amico ha un ristorante e ha scelto di dare una svolta con i km 0. Ha poca scelta sul menù ma almeno tutti i giorni o quasi cambia a seconda di quello che trova al mercato!!! Ecco cosa dovrebbero fare i ristoratori!!! altro che chef

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  15. con due bimbi vado solo di rado al ristorante per una cenetta con mio marito e vorrei che fosse sempre "speciale"....per una volta che non cucino io! ma poi ti ritrovi in posti dove senti aggiungere dal cameriere "questo lo facciamo noi in casa".....di preciso dove dovreste farlo? ma si riferiscono ai prodotti pronti di cui parli ahimè!
    qualche piccola realtà però si salva;-) qualche osteria e qualche ristorantino con menù a poche portate, ho sempre diffidato di carte lunghissime da leggere:-)

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    1. si qualche piccola realtà si, ci sono posti buoni rassicuriamo

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  16. MOLTO INTERESSANTE QUESTO POST!
    Baci Baci J&J

    http://couturetrend.blogspot.it/

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  17. Purtroppo o per fortuna ultimamente non vado per locali,ottimo post!Ciaoo

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  18. Ciao Gunther!
    Che dire e da dove iniziare...Di certo un siciliano, te lo garantisco, non chiede al ristorante un risotto alla milanese. E per chi viene da fuori, sarebbe meglio assaggiare le pietanze locali, o no? Non voglio credere che un italiano a Parigi va alla ricerca di una pizzeria, invece di assaporare i piatti locali.
    Ho mangiato di recente in un ristorante di uno chef che ha avuto da fare con la tv nazionale, ecc. I piatti invece arrivavano a tavola sbavati, senza un minimo di coreografia, un semifreddo al pistacchio di un verde che più artificiale non si può proprio qui nella terra del oro verde!!!!
    Ci è stato detto che la giornata era troppo impegnativa, che forse i camerieri erano troppo sommersi da lavoro, ecc, tutte scuse infondate. Se scegli un certo standard, devi rispettarlo sempre. Se no, le cose non le fai.Glielo abbiamo fatto presente allo chef in persona. Ecco....tutti vogliono chiamarsi "chef", guai a chiamarli cuochi!!!Si offendono!!!!
    Ho mangiato anche nel ristorante di un bravissimo chef stellato e lì si vede veramente l'amore, la passione, la dedizione per la cucina, per i prodotti locali, prodotti di stagione. Piatti che sono delle vere opere d'arte. Uno chef che compra prodotti locali.
    Ce dire...purtroppo la verità è che ormai non abbiamo più avere la certezza che quello che mangiamo è sano, agricoltura biologica, bla bla bla.
    Tu continua così però, sei un'importante fonte d'informazione per tutti noi. Grazie.

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    1. preciso la vicenda del risotto alla milanese, ero a taormina in un noto ristorante con delle cose buonissime arriva una signora che ha chiesto giuro il risotto alla milanese, a mè è venuto da ridere..., ma non era siciliana, credo fosse o friulana o slovena di quella zona li

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  19. Sarà che non ricordo neanche l’ultima volta che sono stata al ristorante e che sono un po’ (diciamo parecchio!) ingenua, ma non mi sarebbe venuto il sospetto che tanti locali potessero far uso di cibi precotti e riscaldati al momento. E’ vergognoso!
    Qualche giorno fa sono entrata in un negozio di casalinghi in cerca di un mini tegamino in alluminio e mi è caduto l’occhio su uno che costava la “modica cifra” di 51€ (ovviamente lasciato lì al suo posto!). Il proprietario mi ha detto che erano articoli che acquistavano i ristoranti per usarli come “piatti di servizio” . Al che mi sono detta: ora ho capito perché i prezzi sono così alti; certo se usassero delle semplici stoviglie di porcellana come i comuni mortali magari farebbero pagare qualcosina in meno…forse! Collegando quel tegamino alla possibilità di trovarci dentro pure un piatto riscaldato, si surriscalda a me il cervello! L'iniziativa di Ducasse potrebbe anche essere valida ma visto e considerato come vanno sempre le cose, come ci si fa a fidare che fatta la legge non venga trovato anche l’inganno?
    Ecco, se tu un ristorante lo aprissi sul serio, lì mi fiderei a occhi chiusi a prenotare :D!
    Un bacio, buona giornata

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    1. l'inganno è sempre in agguato nella ristorazione
      grazie della fiducia :-)) e di averci raccontato la tua esperienza

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  20. Questione insidiosa quella affrontata da te. Condivisibile l'iniziativa di Ducasse, della quale per altro intravedo anche i limiti. Ti faccio un esempio. Spesso mi è capitato di visitare i cosidetti mercatini-bio, amici-della-campagna etc. etc. e quello che sempre li ha accomunati è il tentativo-furto di farti pagare oltre il reale o normale prezzo della materia prima.In periodo di crisi laddove la ricchezza si concentra in poche mani questo agevola le nicchie di mercato similari di chi propone "carote e sedani di lusso" privilegiando chiaramente il guadagno. Insomma sei il rintracciabile diventa anche il lusso...allora l'etica diventa un optional... :)

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    1. insidiosissima è vero in molti di questi posti i prodotti costano molto di più che in altri luoghi, io ho l'esperienza del farmet market di via ripamonti a milano, dove i prezzi sono in medio inferiore del 10%, non è un grande affare è vero, tuttavia mi auguro che siano prodotti locali ma so ahimè che oggi le truffe sono dietro l'angolo dappertutto.

      Per esempio io ho seminato le carote sono venute delle foglie bellissime e alte, non ho messo concime ma solo trattato la stagione precedente il terreno con letame, pensavo che avrei mangiato carote per un anno intero invece quanto ho tirato fuori le carote erano delle baby carote di 6 cm, ci ho fatto una sola insalata, ma come fanno quelli bio a farle diventare grandi? Ho sbagliato letame?

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  21. Che dire. Non voglio fare la schizzinosa ma al ristorante ci vado raramente, il motivo è che non mi va di pagare per mangiare male. Vedi io posso capire che cose complicate possono anche non venir benissimo ma non accetto che manchino le basi del cucinare. E putroppo succede spesso. Non parliamo poi di surgelati e cose precotte. Argomento spigoloso, senza dubbio.

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  22. Molto interessante questo articolo, come tutti i tuoi interventi d'altra parte. bella questa idea di distinguere le categorie con marchi di qualità....purtroppo io vedo qui da me nella contea diversi gestori di agriturismi che beatamente vanno al super a fare acquisti,....che tristezza!!!!

    parigi...che cu..riosa scelta!!!ahahahha

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    1. meno male che mio fratello mi ha scelto a parigi e non Mosca per dire, poteva scegliere anche i caraibi... ancora meglio :-))
      la verità a che ha sposato una parigina..

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  23. Molto interessante questo post, come molti dei tuoi del resto.
    Io per motivi ovvi da qualche tempo non frequento molti ristoranti ma inorridisco solo al pensiero che ti mettano davanti un piatto pre cotto, come dal mc donals!! Al ristorante mi aspetto che i piatti siano cucinati al momento e magari con prodotti freschi e non conservati!
    Per il discorso dei carciofi fuori stagione penso che sia anche colpa nostra; scusa come si può pretendere di mangiare i carciofi in agosto? Siamo anche noi che dobbiamo scegliere piatti con prodotti di stagione ... quindi se chiediamo carciofi ad agosto non possiamo credere che siano prodotti italiani a km 0

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  24. I ristoranti buoni ci saranno ! Ma valli a trovare !!!??

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  25. è vero...in questo periodo magari si va meno al ristorante e allora per quella volta che si va..che sia almeno di qualità....a me piace proprio andare per agriturismi dove magari si trovano prodotti locali e trovo sempre un'atmosfera accomodante e casalinga

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  26. Mi sembra un'ottima iniziativa quella di Parigi. Dovremmo cominciare a pensarci anche qui in Italia. Ma hai ragione tu. Tante colpe sono del consumatore. Quando si va furoi a cena bisognerebbe cominciare ad aver voglia di ingredienti e non di piatti, cioè partire dalla materia prima (locale e di stagione) e poi pensare a quale piatto si potrebbe desiderare fatto di quegli ingredienti.

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  27. Per le carote, penso che la differenza la faccia il terreno. Dicono serva un terreno sabbioso, se il fondo è duro o sassoso la corota rimane corta... infatti noi non abbiamo neanche provato. Comunque, se ti consola, il mio amico esperto bio agricolo le fa "grandi" come le tue.

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    1. si era proprio per questo più che altro un po sassosso di quelle zolle fatte a strati in montagna, questo mi consola grazie :-)

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  28. come al solito sei sempre troppo forte...
    mi vien da ridere anche leggendo i tuoi commenti!!!
    quindi dobbiamo distinguere tra chef e jet chef...
    buono a sapersi...sai che effettivamente non avevo mai preso in considerazione l'idea che nei ristoranti in realtà usassero cose preconfezionate solo da scaldare?!
    dovrebbe essere fuor di dubbio che in un ristorante i cuochi trasformano la materia prima (fresca o in alcuni casi anche surgelata...questo lo posso accettare) in piatti da mangiare...ovvero quello che facciamo noi amanti della cucina a casa...
    solo che loro dovrebbero essere più bravi di noi...
    ma allora uno al ristorante cosa ci va a fare?
    ormai è tutto una porcata...
    chissà se abbiamo qualche speranza di migliorare le cose..?
    un abbraccio

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